L’Economia Circolare e i suoi 3 principi chiave

Che cos’ l’Economia Circolare? Dal termine stesso si può intuire qualcosa, ma per capirne appieno il significato cerchiamo di approfondire meglio cos’è e quali sono i principi che la contraddistinguono.

Negli anni passati si è spesso parlato di teorie e modelli economici alternativi a quello del consumismo sfrenato e più inclini a trovare un maggior equilibrio tra uomo e natura attraverso uno sviluppo sostenibile.

Da un punto di vista comunicativo non è certo stata di successo la teoria e la relativa campagna a favore della “Decrescita felice”, proprio perché porta con sé un accezione negativa, di rinuncia, che mal si sposa con la volontà di consumare e non avere limitazioni alla propria libertà di consumo.

Gradualmente il tema dell’Economia Circolare (EC) è invece entrato nel dibattito politico, sociale ed economico, presentandosi sotto una luce diversa e meno restrittiva. Anche nel Recovery Plan preparato dal Governo Italiano a fine Aprile 2021, si cita l’Economia Circolare come uno degli elementi di rilievo del piano.

Eppure spesso si fa riferimento al termine di Economia Circolare per descrivere qualcos’altro. 

Cosa significa Economia Circolare?

Il punto fondamentale è certamente quello del passaggio da un modello di Economia Lineare ad un modello di Economia Circolare. Nell’Economia Lineare tutti le materie prime e gli elementi della catena di produzione e consumo sono concepite come passaggi sequenziali, con un inizio ed una fine. E’ il modello che ha generato e continua a generare livelli di inquinamento ormai non più sostenibili per l’ambiente e per l’uomo.

Nel modello Circolare ogni passaggio è funzionale a quello successivo, compreso quello di utilizzo e consumo, che non si chiude con lo smaltimento in discarica. Ogni prodotto o materia rientra a far parte del ciclo successivo e per questo è rappresentabile come un processo senza fine. 

Una rappresentazione semplicistica dell'Economia Lineare e dell'Economia Circolare
Una rappresentazione semplicistica dell’Economia Lineare e dell’Economia Circolare

La definizione data dal Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo definisce l’Economia Circolare (EC) come “a model of production and consumption, which involves sharing, leasing, reusing, repairing, refurbishing and recycling existing materials and products as long as possible. In this way, the life cycle of products is extended. (…) In practice, it implies reducing waste to a minimum“.

L’Economia Circolare è definita come un modello di produzione e consumo, che prevede la condivisione, la locazione, il riutilizzo, la riparazione, la ristrutturazione e il riciclaggio di materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si allunga il ciclo di vita dei prodotti e si riducono al minimo gli sprechi. 

Anche in questa definizione rimane qualcosa di insoluto rispetto alla produzione di scarti, di rifiuti residui, che viene illustrata come segue: 

L’economia circolare secondo la definizione del Parlamento Europeo

E’ sufficiente? E cosa ne sarà dei rifiuti residuali, cioè quelli che per qualche motivo non sono riciclabili?

L’economia del riciclo è un’altra cosa

L’immagine che segue aiuta a comprendere appieno il significato di Economia Circolare ed evitare di confonderla con l’Economia del Riciclo. 

Un’illustrazione che descrive appieno cosa significa Economia Circolare

Secondo la Ellen MacArthur Foundation, fondazione la cui missione è proprio quella di accelerare la transizione verso un’Economia Circolare, tra i principi fondamentali dell’Economia Circolare c’è l’eliminazione totale di qualsiasi tipo di rifiuto. L’obiettivo quindi è di azzerare completamente la produzione di rifiuti, lo zero waste.

I 3 principi chiave dell’Economia Circolare

Sostenuto da una transizione verso le fonti energetiche rinnovabili, il modello circolare costruisce capitale economico, naturale e sociale e si basa su tre principi:

  • Concepire i prodotti escludendo del tutto, fin dal momento della progettazione, la creazione di rifiuti e inquinamento, il rilascio di gas a effetto serra e di sostanze pericolose. Evitare quindi l’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, nonché “rifiuti strutturali” come il traffico congestionato.
  • Mantenere il più possibile prodotti e materiali in uso nei cicli di utilizzo, cioè progettare avendo bene in mente la la durabilità, il riutilizzo, la rigenerazione e il riciclaggio, al fine di mantenere sempre in circolazione nell’economia prodotti, componenti e materiali.
  • Rigenerare i sistemi naturali. Un’economia circolare evita l’uso di risorse non rinnovabili e preserva o migliora quelle rinnovabili, ad esempio restituendo preziose sostanze nutritive al suolo per supportare la rigenerazione o utilizzando energia rinnovabile invece di fare affidamento sui combustibili fossili.

L’Economia Circolare si basa quindi su un modello economico resiliente, distribuito, diversificato e inclusivo ben diverso da quello che ha dominato gli ultimi decenni. Offre opportunità per una migliore crescita attraverso la costruzione di capitale economico, naturale e sociale.

Il diagramma a farfalla

Secondo la Ellen MacArthur Foundation l’essenza dell’EC è rappresentabile secondo il Butterfly diagram, letteralmente il “diagramma a farfalla”.

Il diagramma cerca di descrivere il flusso di materiali, nutrienti, componenti e prodotti, senza dimenticare gli elementi di valore finanziario. Si basa su diverse scuole di pensiero, ma è forse maggiormente influenzato dai due cicli materiali definiti secondo l’approccio “Cradle to Cradle“, cioè dalla Culla alla Culla.

Il nome stesso, che può suonare strano a prima vista, deriva dalla contrapposizione rispetto al concetto “Cradle to grave”, cioè Dalla culla alla tomba, o dall’inizio alla fine, che descrive lo sviluppo di un prodotto, un’attività o un processo produttivo durante il suo ciclo di vita, dal giorno in cui viene creato al momento in cui cessa di esistere. 

Il Cradle to Cradle (C2C) è invece un approccio alla progettazione di prodotti e sistemi che modella l’industria umana sui processi della natura, dove i materiali sono visti come nutrienti che circolano in metabolismi sani e sicuri. Il modello C2C è sostenibile e rispettoso della vita e delle generazioni future – dalla nascita, o “culla”, di una generazione a quella della generazione successiva.

Il diagramma a farfalla secondo la Ellen MacArthur Foundation

La cosa più evidente nel diagramma è la separazione in due metà distinte, o cicli, che rappresentano due flussi di materiale fondamentalmente distinti: biologico e tecnico.

I due flussi del diagramma a farfalla

materiali biologici – rappresentati in cicli verdi sul lato sinistro del diagramma – sono quei materiali che possono rientrare tranquillamente nel mondo naturale, una volta che hanno attraversato uno o più cicli di utilizzo, dove si biodegraderanno nel tempo, restituendo i nutrienti incorporati per l’ambiente.

materiali tecnici – rappresentati in blu a destra – non possono rientrare nell’ambiente. Questi materiali, come metalli, plastica e sostanze chimiche sintetiche, devono scorrere continuamente nel sistema in modo che il loro valore possa essere riacquisito ad ogni ciclo.

Affinché abbia successo è fondamentale la visione di sistema, l’ingaggio di tutti gli attori sociali, economici, oltre che politici, in modo da favorire una visione di lungo periodo, sapendo bene che questo non compromette la redditività o comporta la rinuncia a qualcosa. Si tratta piuttosto di una diversa concezione di catena del valore dove c’è spazio per nuove professionalità, nuovi mercati, prodotti e servizi, dove anche la creatività gioca un ruolo determinante.

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